La sceneggiatura sarà adattata da una serie di racconti dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, Legami (ma l’autore non parteciperà alla stesura), e sarà un film per «raccontare i nostri sentimenti di oggi, le nostre paure, le difficoltà nelle relazioni e le nostre speranze». Questo quello che ha svelato Nanni Moretti sul suo prossimo lavoro in un’intervista al Messaggero.
Il titolo sarà Succederà questa notte, i protagonisti Louis Garrel e Jasmine Trinca. Nel cast troviamo anche Angela Finocchiaro (alla prima collaborazione con Moretti), Elena Lietti, Antonio De Matteo e Andrea Lattanzi. «Abbiamo intrecciato alcuni racconti del libro per creare una storia unica», ha continuato il regista, che ha sviluppato la sceneggiatura con Federica Pontremoli e Valia Santella. Su Trinca, con cui non lavorava da Il caimano (a parte il cameo nel Sol dell’avvenire), ha commentato: «Posso dire con una certa sicurezza che, se non fosse stata scelta per La stanza del figlio, oggi sarebbe una bravissima archeologa. Non aveva nessuna intenzione di fare questo mestiere».
Il regista ha poi parlato della lettera inviata al Ministro Giuli insieme ad altri colleghi del mondo dello spettacolo all’indomani della premiazione dei David di Donatello e della frecciata lanciata da Elio Germano al governo, che si preoccuperebbe più di mettere “i propri uomini” nei ruoli di potere che di lavorare davvero a favore della cultura, secondo l’attore.
A sostegno della posizione di Germano, nella lettera firmata da Moretti si sostiene la necessità di fare di più per aiutare il comparto produttivo audiovisivo in Italia: «Il successo di Berlinguer – La grande ambizione, Vermiglio e Le assaggiatrici dà un po’ di speranza a quei produttori, registi e sceneggiatori che non vogliono fare un cinema convenzionale».
Nell’intervista al Messaggero è stato inoltre affrontato il tema dell’Intelligenza Artificiale («Per ora non mi sono posto il problema, sono lento»). E, interrogato sul suo rapporto con il lavoro dopo i due infarti sofferti, Moretti ha dichiarato di non sentirsi cambiato, «per niente».